Toronto Raptors campioni NBA 2019!

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Per la prima volta nella loro storia i Toronto Raptors sono campioni NBA! Un titolo assolutamente meritato per la franchigia canadese che in estate è andata all-in con lo scambio Leonard-DeRozan e a febbraio ha puntellato il roster con un veterano come Marc Gasol, andando a formare un roster di altissimo livello e ottimamente bilanciato, cambiando la mentalità anche dei giocatori già presenti che avevano pagato nelle ultime stagioni delle cocenti delusioni contro LeBron James.

T di Toronto, T di Team

Una vittoria di squadra, primo team dai Lakers del 1986/87 a vincere un titolo NBA con 6 giocatori in doppia cifra per punti segnati di media. Questa è stata senza dubbio la forza dei ragazzi di coach Nick Nurse, che contro Golden State è riuscita a trovare tantissime risorse diverse, riuscendo a non andare mai al tappeto nonostante i tentativi degli ex campioni in carica di prolungare la serie anche in gara 6.
L’emblema sono Siakam e Lowry migliori marcatori di gara 6 per Toronto con 26 punti, con VanVleet a quota 22 come Leonard, che per una volta non è stato chiamato a fare gli straordinari e che da grandissimo leader e uomo squadra qual è ha capito che sarebbe stato inutile forzare contro i raddoppi dei Warriors, lasciando quindi strada libera ai compagni che erano sempre in sovrannumero.

Nurse-Ujiri e il coraggio delle loro scelte

Masai Ujiri in estate ha deciso di ribaltare i suoi Raptors, senza paura, ma sapendo di andare incontro a un bivio. Se avesse vinto il Titolo sarebbe stato incensato come un genio, se invece le cose fossero andate male sarebbe stato tacciato di incapacità. Perché prendere un giocatore che tra 15 giorni sarà free agent in cambio del tuo leader a cui hai appena fatto firmare l’estensione è un rischio altissimo. Il GM aveva evidentemente ponderato bene le sue scelte, che hanno pagato. Anche perché adesso la possibilità che Leonard si leghi con i Raptors anche per le prossime stagioni è ovviamente altissima.

Ma non è solo la scelta di Leonard, perché Ujiri ha rischiato anche con l’head coach, esonerando Dwayne Casey che aveva appena vinto il premio di Coach Of the Year (ma non era riuscito a cambiare la squadra nei playoff) e affidandosi a Nick Nurse, l’assistente, che fino a quel momento non aveva un curriculum di alto livello, ma che evidentemente è riuscito a entrare nella testa dei giocatori cambiando la loro mentalità, ma che soprattutto è riuscito a far diventare i Raptors un gruppo estremamente solido, capace di affrontare la decisiva gara 7 contro i 76ers, la serie contro i favoriti Bucks e poi la finalissima contro i mostri sacri dei Warriors.

Leonard il Re, VanVleet, Siakam, Lowry, Ibaka, Gasol e Green i suoi cavalieri

Se Kawhi è stato sicuramente il capo dell’esercito del Nord, non si possono dimenticare i suoi cavalieri ed il loro terrificante impatto: Lowry dopo aver giocato metà stagione da separato in casa (a febbraio era stato vicinissimo alla cessione ai Grizzlies) ha cambiato marcia diventando terribilmente solido, soprattutto in queste Finals. A dargli manforte l’esperienza di Gasol, Green e Ibaka, passati da comprimari a protagonisti in alcuni passaggi di queste 6 partite di Finals.
Ma i due giocatori che hanno veramente cambiato la serie sono stati VanVleet e Siakam, due scoperte sensazionali di Ujiri, due prodotti della G-League dei Raptors e dello staff tecnico che li ha fatti migliorare giorno dopo giorno. Siakam ha punito spesso le scelte difensive di Golden State e in difesa ha inciso (pur non dovendo praticamente mai marcare Durant), VanVleet è stato senza dubbio eroico, l’MVP di gara 6, un giocatore che senza nessuna paura ha preso tutti i tiri pesanti che Leonard non poteva prendere causa raddoppi. Segnandoli.