Alla fine anche il mondo del basket ha dovuto alzare bandiera bianca e fermarsi per il diffondersi in maniera esponenziale del Corona Virus. Se la Cina pare aver superato la crisi e si prepara a riprendere la vita normale, compreso il campionato di pallacanestro, nel resto del globo si inizia solo ora a fare i conti con la pandemia e lo stop è inevitabile.
La brutta notizia della sospensione del campionato #NBA fino a data da destinarsi dopo il caso di #coronavirus #COVID19 riscontrato al centro francese dei #Jazz Rudy #Gobert. pic.twitter.com/ZV1erQ9DiR
— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) March 12, 2020
Gobert positivo e la notte surreale dell’NBA
La diffusione del virus derivante da Covid-19 aveva già messo in allarme la NBA col commisioner Adam Silver e i 30 proprietari, poi ieri è arrivata la prima ufficialità di partita a porte chiuse, quella tra Golden State Warriors e Brooklyn Nets al Chase Center di San Francisco di giovedì 12 marzo, in seguito alla decisione della città della Bay Area di vietare eventi con assembramenti da 1000 o più persone per due settimane. Manco il tempo di pianificare una strategia comune che la Lega si è trovata con la bomba di Oklahoma City: Thunder e Utah Jazz in campo pronti per la palla a due alla una ora italiana (LIVE su Sky tra l’altro), e poi tutti di nuovo negli spogliatoi, oltre mezz’ora di attesa, show sul parquet con balli e musica per intrattenere il pubblico e poi l’annuncio dello speaker: gara rinviata, tutti a casa.
Breaking: Utah Jazz C Rudy Gobert has tested positive for COVID-19, per @ShamsCharania pic.twitter.com/6LQ8jI8dMi
— Sports Illustrated (@SInow) March 12, 2020
Il motivo? Semplice: un giocatore degli Utah Jazz, Rudy Gobert, positivo al test! Il francese, che nei giorni scorsi aveva ironicamente trattato l’argomento andando a “toccare” tutti i microfoni dei giornalisti in conferenza stampa, non era comunque all’interno dell’arena ma aveva viaggiato ovviamente col resto dei compagni e chiaramente nei giorni scorsi aveva giocato. Tutto surreale, coi tweet impazziti dei vari cronisti americani sulla situazione, con giocatori e staff bloccati negli spogliatoi, col problema di far tornare i Jazz a Salt Lake City e col “dramma” che indirettamente ha colpito le rivali recenti dei Jazz, ovvero Cavaliers, Knicks, Celtics, Pistons e Raptors. Inevitabile la decisione immediata della NBA: tutto sospeso fino a nuovo ordine, con la specifica che questo periodo (imprecisato) servirà alle parti in causa per decidere il da farsi.
Man we cancelling sporting events, school, office work, etc etc. What we really need to cancel is 2020! ??♂️. Damn it’s been a rough 3 months. God bless and stay safe??
— LeBron James (@KingJames) March 12, 2020
Sembra inevitabile uno stop di almeno due settimane, ovvero quelle in cui il virus tende a manifestarsi e quindi di “quarantena”: i Toronto Raptors hanno già annunciato che tutti i giocatori e i membri dello staff sono in auto-isolamento per 14 giorni, successivamente è arrivata la news che anche Donovan Mitchell, anche lui dei Jazz, è risultato positivo! Non è escluso che si arrivi alla chiusura per 8-10 settimane, come successo al campionato cinese e come proposto da Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavs, ma c’è il forte rischio che la regular season sia conclusa anche perchè le situazioni di classifica, sia ad Est, sia a Ovest, sono sostanzialmente definite in chiave playoff, che in teoria dovrebbero scattare il 18 aprile. Non è nemmeno escluso che la stagione riprenda in estate e si possano giocare i playoffs a luglio e agosto.
These next two weeks could be very different prepare yourselves and handle with maturity
— Jaylen Brown (@FCHWPO) March 12, 2020
Ovviamente ci sono e ci saranno potenti ripercussioni in chiave economica, nell’immediato e poi nel futuro, in primis sul salary cap 2020-21. ESPN parlava di circa 500 milioni di dollari di perdite in caso di regular season senza pubblico, ora che le partite non andranno nemmeno in TV, la cifra diventerà ben più imponente, senza contare i playoffs e in aggiunta ai 200 milioni di introiti dalla Cina, persi.
FIBA e Euroleague si fermano
In Europa ci hanno messo un po’ più di tempo ma alla fine, con buon senso, hanno deciso di fermarsi. La FIBA ha annunciato la sospensione fino a data da destinarsi e che valuterà, in base all’evolversi della situazione, se riprendere o meno le competizioni, nella fattispecie Champions League e Europe Cup. L’Eurolega, con l’Eurocup, dopo un’iniziale decisione di giocare a porte chiuse o spostare alcune partite in campo neutro, come Milano-Olympiacos a Berlino, ha annunciato la sospensione, probabilmente anche per “la pressione” dei giocatori attraverso l’associazione ELPA. Senza dimenticare che, pochi minuti dopo queste prese di posizione, è arrivata l’ufficialità della positività al virus di un giocatore del Real Madrid, ovvero l’americano Trey Thompkins.
Trey Thompkins is the Real Madrid Basketball player who tested positive to Coronavirus. Ánimo @TreyThompkins pic.twitter.com/mr4HT4ZMP9
— Real Madrid Info (@RMadridInfo) March 12, 2020